Vitaliano De Angelis L'OPERA

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Pur se forbitissima nel disegno, vuoi a linea filante vuoi al tratto, la mano di De Angelis affronta il metallo quasi fosse pietra o legno stagionato, ossia materiali duri da scalfire.

Dai primi anni Ottanta, con un’assiduità andata crescendo nel tempo sino all’acme del ’94-’96, De Angelis è andato dipanando un limpido percorso incisorio a celebrazione del corpo come centro privilegiato e simulacro della scultura, e dunque dei luoghi della memoria e d’affezione, che sono essenzialmente lo studio ove il processo creativo si traduce nella fattualità dell’opera, e Parigi dove l’artista trova ormai da decenni sempre nuovi motivi di rigenerazione.

Nicola Micieli: Un inserto grafico di conquistata felicità, presentazione di Vitaliano De Angelis. Calcografie e xilografie, catalogo della donazione al Gabinetto Disegni e Stampe di Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno, 1997.